Probabilmente non lo sapremo mai.
Ecco così che San Guglielmo ora è Guglielmo conte di Tolosa o duca di Aquitania, ma dato che fu investito cavaliere da Carlo magno nel 806 ci sembra un po' troppo in anticipo con i tempi; ora è Guglielmo IX (o X) conte di Poitou e duca di Aquitania, ma dato che muore nel 1137 a Santiago de Compostella anche questo duca non può essere il nostro santo conquistatore della Malavalle o forse si?.
Comunque il folklore popolare lo Vuole di origine nobile, di provenienza francese e pentito da anni di avventure e dalla carriera militare e pertanto, anche per noi, così sarà.
La conversione di San Guglielmo avviene dopo il suo incontro con San Bernardo di Chiaravalle che lo spinse verso la fede.
San Guglielmo inizia il suo percorso con il pellegrinaggio a Compostella (1135/1137?) ove finge di morire per risorgere alla nuova vita spirituale.
Quindi San Guglielmo potrebbe essere il Guglielmo IX conte di Poitou e duca di Aquitania indicato anche negli Acta Sanctorum.
Andò a Roma dove incontrò Papa Innocenzo II (?) che lo esortò ad andare in Terra Santa e dove Vi arrivò nel 1145.
Rimase in Terra Santa fino al 1154 per poi rientrare in Italia prima a Pisa (in località Lupocavio!?) per poi stabilirsi nella Malavalle (Stabulum Rodis - la Stalla dei Rodi) di Castiglione della Pescaia.
Era l'anno del Signore 1155.
Oggi San Guglielmo d'Aquitania, è proclamato Santo d'Europa per la devozione che accomuna nel suo nome fedeli di diversi paesi europei ovvero Italiani, Francesi, Olandesi e Tedeschi.
Noi esamineremo le sue tracce lasciate in Maremma e specialmente nella zona della Malavalle rappresentata dal triangolo Castiglione della Pescaia - Buriano - Caldana.
Iniziamo a parlare di San Guglielmo di Malavalle (o Eremita) od anche di IX Duca di Aquitania dandogli l'appellativo di Beato e togliendogli quello di Santo o meglio proclamandolo Santo per acclamazione.
Infatti San Guglielmo non è mai stato fatto Santo.
Papa Alessandro III (il senese Rolando Bandinelli il protettore della Lega di Pontida e fautore indiretto della sconfitta a Legnano sull'Olona del 29 maggio 1176 contro l'Imperatore di Germania Federico il Barbarossa) lo eleva solo al rango di Beato e ne autorizza le celebrazioni ogni 10 febbraio data della sua morte.
Infatti San Guglielmo non è mai stato fatto Santo.
Alessandro III (il senese Rolando Bandinelli il protettore della Lega di Pontida e fautore indiretto della sconfitta a Legnano sull'Olona del 29 maggio 1176 contro l'Imperatore di Germania Federico il Barbarossa) lo eleva solo al rango di Beato e ne autorizza le celebrazioni ogni 10 febbraio data della sua morte.
Per sempre sia lodato San Guglielmo protettore
Nostro avvocato, San Guglielmo protettore Per sempre sia amato San Guglielmo protettore |
Innocenzo III (il Papa della Regola di San Francesco) approvò nel 1211 la Regola del nascente Ordine dei Guglielmiti.
Pio II (Enea Piccolomini di Pienza) spostò la festa del Santo dal 10 febbraio al 1 maggio, ma non lo fece santo!
A nostra conoscenza nessun altro Papa ha preso in considerazione la causa di Santificazione del Beato San Guglielmo di Malavalle Eremita.
In generale nelle rappresentazioni iconografiche presenti in bassa Toscana di San Guglielmo il Santo è un eremita che indossa la corona penitenziale (il copricapo in ferro) e sotto la tonaca porta il giacco (la corazza di ferro fattaGli indossare sulla carne nuda da San Bernardo) e con una mano imbraccia la lancia ed ai Suoi piedi c'è il dragone agonizzante.
Spesso nell'altra mano compare il Santo Rosario.
Fino al 1575 San Guglielmo fu rappresentato con la grigia tonaca dei Guglielmiti, mentre successivamente indossa la nera veste degli Agostiniani.
Qui con il suo bastone uccise il drago (il suo primo miracolo di oltre cinquanta) che abitava la valle e ne prese possesso fino alla sua morte avvenuta il 10 febbraio del 1157.
La storia ci presenta San Guglielmo di Malavalle come il Padre spirituale, ispiratore e guida nella conversione di San Galgano il santo della Spada nella Roccia di Chiusdino.
Oggi San Guglielmo è (in Italia) patrono di Castiglione della Pescaia, Tirli, Buriano e Vetulonia in Maremma; di Fascia nella Val Trebbia ligure; di Nicola, nel comune di Ortonovo, in Lunigiana e di Minucciano in Lucchesia.
Con un brutto anacronismo moderno "aveva cambiato casacca".
Nelle rappresentazioni iconografiche presenti in Liguria ed in alta Toscana San Guglielmo viene invece rappresentato come un guerriero cristiano.
Di altri miracoli tramandati e giunti fino a noi ci è noto il miracolo delle brocche rovesciate di due bambine burianesi nei pressi della Sugherona, brocche da cui non fuoriesce liquido.
A quell'epoca questo era il classico miracolo Mariano e dove avveniva spesso si costruiva un Santuario tipo Mongiovino in Umbria.
Ma San Guglielmo era per tutti il signore degli animali specie se feroci ... come un drago, ma anche lupi, delle piante e delle pietre.
Esiste infatti "l'erba di San Guglielmo", un'erba dalle grandi proprietà medicinali e particolarmente indicata per curare le infezioni ed in particolare il giradito che, ancor oggi, viene chiamato "il male di San Guglielmo".
Piante e pietre ... avete letto bene.
Ancora oggi esistono la pietra con l'impronta del Suo gomito e la pietra (masso) ove il Santo soleva sedersi per rilassarsi.
Concludiamo infine citando una seconda tisana attribuita a San Guglielmo ovvero quella fatta con la polvere di un sasso che non si consumava mai ... e se non è un miracolo questo!
Di seguito si citano le chiese in Maremma e dintorni in cui è presente almeno un'opera raffigurante San Guglielmo.
A Nicola di Ortonovo (SP) nella chiesa dei SS Filippo e Giacomo esistono un quadro ed una statua di San Guigliemo d'Aquitania, che poi è il Patrono del paese.
Nella chiesa parrocchiale di Agnino, Comune di Fivizzano (MS), c'è una tela seicentesca raffigurante la Madonna con Bambino, San Giovanni Evangelista e San Guglielmo d'Aquitania vestito col saio sotto cui si vide l'armatura.
Anche nell'Eremo della Madonna del Soccorso di Minucciano (LU) si trova un quadro seicentesco raffigurante San Guglielmo d'Aquitania in preghiera. (segnalazioni di Elio Gentili)
Sant'Antonio da Padova a Caldana
Madonna delle nevi a Cinigiano
Santa Maria del Giglio a Castiglione della Pescaia
San Giovanni Battista a Castiglione della Pescaia
San Giovanni Battista a Magliano in Toscana
San Martino a Magliano in Toscana
San Agostino a Massa Marittima
San Giorgio a Montemerano
San Niccolo a Montepescali
SS Filippo e Giacomo di Nicola di Ortonovo (SP)
San Michele a Paganico
Madonna delle nevi a Santa Fiora
Santi Simone Giuda a Vetulonia
I ruderi dell'Abbazia (convento) di Malavalle sono siti nel comune di Castiglione della Pescaia (Grosseto) nell'omonima località.
Raggiungerla, per chi non ci è già stato, non è semplice in quanto si deve prendere il sentiero che costeggia l'acquedotto comunale di Castiglione della Pescaia, proseguendo su di esso fino ad arrivare all'abbazia perduta.
Per arrivare a questo sentiero al bivio in cui da Grosseto si imbocca la strada panoramica si gira stretto a destra verso la zona artigianale in località la Valle e si prosegue per circa due chilometri per poi immettersi a sinistra su di una strada a sterro.
Da qui avanti fino al primo podere dove vedremo l'acquedotto e dove eventualmente lasceremo l'automobile.
La probabilità di perdersi è molto alta.
A noi non sono noti mezzi di trasporto alternativi al sentiero sopra indicato.
Volevo segnalarvi l'esistenza di un affresco, peraltro deteriorato seppur ancora leggibile, che raffigura la conversione di Guglielmo d'Aquitania da parte di San Bernardo di Chiaravalle.
Si trova nell'Abbazia di San Giovanni in Argentella nel territorio di Palombara Sabina, provincia di Roma.
Si tratta di una antica fondazione che ha subito diversi rifacimento l'ultimo dei quali risale al duecento.
Fu retta dai Benedettini e poi dai Guglielmiti per circa 200 anni.
L'Abbazia, mirabile esempio di arte romanica, conserva un ciborio di VIII secolo di fattura presumibilmente longobarda.
La sua localizzazione, in una suggestiva valle solitaria, le conferisce un'area di solenne misticità.
Cordiali saluti.
Daniela Fiorentino
Durante una delle mie solite uscite pomeridiane in moto decido di prendere un sentiero che dalla Pian Di Rocca sale verso Tirli.
Arrivato sotto il paese decido di scendere in direzione Castiglione Della Pescaia nella zona dell'Ampio e guidato dalla curiosità di conoscere nuovi sentieri ne prendo uno traverso a una mulattiera.
Il sottobosco è molto fitto ma comunque accessibile, il terreno, umido si vede che è calpestato, forse da cacciatori o da qualche escursionista.
Comincio a scendere ed inizio a pensare: chissà su quale strada sbuca questo sentiero?!
Fatta un po' di strada questa si interrompe, un fosso, più in la un usciale che permette l'attraversamento.
Scendo di moto, controllo se è possibile che quel legno possa sopportare il peso, attraverso, scruto in lontananza qualche raggio di sole, ormai sono arrivato.
Riparto quando all'improvviso mi appare un rudere, mi fermo incantato a guardare e questo!?
Mi avvicino a piedi, leggo su di un piedistallo in legno "L'EREMO DI MALAVALLE".
Caspita! Ne avevo tanto sentito parlare dalle persone del posto, fanno le messe nere lá nel bosco, alla chiesina di San Guglielmo.
Mio Dio dove sono capitato, il cuore comincia a battere sempre più forte, meglio andarsene di fretta, ma la curiosità è tanta.
Comicio a scattare delle foto, il rudere è circondato da una rete arancione di lavori in corso, ma non c'è nessuno che lavora.
Un passaggio proprio davanti alle scale principali mi invita a scendere.
Uno scalino, poi due, mi faccio il segno della croce e scendo fino davanti la porta di entrata, delle sbarre e un vetro impediscono di entare, metto l'obbiettivo della macchina fotografica sul vetro e scatto un paio di foto.
Sopra la porticina un arco, murato, una croce fatta con due ramoscelli di albero, più su un finestrone, anch'esso chiuso con sbarre e vetro.
Il tetto è stato rifatto di recente.
Altri scalini e vado sul retro, paura e curiosità mi affliggono, cunicoli bui che vanno al di sotto del piano di costruzione mi intimoriscono, un altra entrata, finestre, tutto chiuso, sigillato. Scatto altre foto, delle celle ormai franate costeggiano un muro di cinta.
Mi fermo un attimo, nessun rumore, suggestione o cosa?!
Una strana costruzione adiacente alla chiesina pare avesse il tetto a forma piramidale, non so proprio che cosa sia.
Torno indietro, salgo le scale, mi volto, come se qualcuno mi guardasse da laggiù,nessuno!
Affretto il passo, salgo in moto e parto, ma questa volta non mi giro a guardare,non si sa mai...
Mirko
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