L'Abbazia di Farfa si trova nel territorio del comune di Fara in Sabina, in provincia di Rieti.
L'esistenza dell'Abbazia di Farfa è documentata fin dal VI secolo anche se, almeno in parte, l'abbazia che noi vediamo è stata realizzata tra il 680 ed il 705.
L'abbazia originale fu infatti costruita sulle rovine di una antica villa romana sita nei pressi di un tempio romano dedicato alla dea Vacuna.
La sua fondazione fu attribuita a San Lorenzo Siro che era giunto in Italia dalla Siria insieme alla sorella Susanna.
Comunque questa abbazia durò poco in quanto venne distrutta dai Longobardi.
Tra il 680 ed il 705 l'abbazia di Farfa fu ricostruita da Tommaso di Moriana.
Alla sua morte divenne abate prima Auneperto di Tolosa e poi Lucerio di Maurienne entrambi di origine francesce.
Nel 800 l'abbazia di Farfa era chiamata l'Imperiale per i suoi rapporti di privilegio e protezione con i Franchi di Carlo Magno.
Consegnuenza diretta di ciò era lo svincolo dell'abate di Farfa dal Papa di Roma.
Il potere dell'abate di Farfa, sostanzialmente paragonabile a quello che poi sarà dei Principi Vescovi tedeschi, era pertanto immenso.
I numeri parlano da soli.
L'abbazia di Farfa controllava
- sei città fortificate
- oltre 130 castelli
- oltre 300 villaggi
- oltre 600 chiese e conventi
A Farfa sostò Carlo Magno prima di essere incoronato Imperatore in San Pietro il 25 dicembre 800 e, durante il suo regno, l'abbazia di Farfa ebbe un periodo di grande sviluppo.
Nel 891, all'epoca dell'abate Pietro I, l'abbazia di Farfa fu assaltata dai Sareceni che la assediarono per ben sette anni.
Alla fine Farfa cadde ed i monaci superstiti scapparono dividendosi in tre gruppi:
- il primo gruppo, sotto la guida diretta dell'Abate Pietro I, andò presso il monastero di S. Ippolito e S. Giovanni in Silva a Santa Vittoria in Matenano nell'attuale provincia di Fermo
- il secondo gruppo andò verso Rieti ove fu trucidato
- e il terzo gruppo si rifugiò a Roma.
Quando, dopo diversi anni, i Saraceni abbandorarono Farfa, questo gruppo di monaci transfughi ritornò all'abbazia trovandola in completa rovina.
Fu il monaco Ratfredo, divenuto Abate, che dette iniziò alla ricostruzione dell'abbazia.
Nel 913 la chiesa era di nuovo consacrata e Farfa era, per la seconda volta, risorta.
La fine dell'impero Carolongio portò un periodo di crisi nella vita dell'abbazia.
Fu durante la guida dell'abate Ugo I, che venne introdotta a Farfa la riforma nata a Cluny.
Finita l'influenza degli Imperatori Francesi Farfa passò sotto l'influenza degli Imperatori Tedeschi diventando una vera spina nel fianco per il Papato di Roma.
Nel periodo delle "lotte per le investiture" Farfa si schierò a favore dell'Imperatore Enrico IV contro il Papa Gregorio VII.
All'inizio del 1100 i possedimenti dell'abbazia di Farfa raggiunsero la massima espansione.
In una Bolla Imperiale di Enrico V del 1118 sono indicati come possedimenti dell'abbazia di Farfa:
In Roma
Palazzo Madama e la chiesa di Sant'Eustachio
Nel Lazio
Viterbo, Orte, Tarquinia, Tivoli, il porto e mezza città di Civitavecchia
In Umbria
Perugia, Terni, Assisi, Narni, Spoleto, Todi
In Toscana
Pisa, Siena
Nelle Marche
Ascoli, Camerino, Fermo, Senigallia, Osimo,
In Abruzzo
Chieti, parte del territorio dell'Aquila (esclusa la città),
Tutto il Molise
Quasi tutta l'Italia centrale era sotto il potere dell'Abate di Farfa che accerchiava, praticamente, il Papato ...
Ma il potere non è mai duraturo.
Il 23 settembre 1122 fu stipulato tra l'imperatore Enrico V di Franconia ed il Papa Callisto II un patto, noto come il Concordato di Worms od il Patto di Callisto (Pactum Calixtinum), in cui venivano indicate regole precise in materia di investiture ecclesiastiche
Il Concordato di Worms poneva fine alla cosiddetta "lotta per le investiture" e anche all'autonomia dell'Abbazia di Farfa dal Papato.
Il primo abate di designazione Papale fu nel 1125 l'Abate Adenolfo.
La fine dell'autonomia segnò l'inizio di un lungo periodo di decadenza che si protrasse fino al 1400 quando Bonifacio IX trasformò l'abbazia di Farfa in Commenda.
A differenza di altri casi (San Galgano in primis) essere stata trasformata in Commenda non impoverì ulteriormente la situazione dell'abbazia ... anzi.
Si segnala come, sotto la commenda degli Orsini, la chiesa abbaziale subì una profonda trasformazione.
In pratica la chiesa originaria (il cui ingresso era ove ora si trova l'ufficio informazioni) venne ruotata di 90° in senso orario ed arricchita con numerosi affreschi rinascimentali tra cui un grandissimo Giudizio Universale.
La storia ci dice che la "nuova" chiesa fu consacrata nel 1496.
Poi un lungo periodo senza particolari note fino all'arrivo di Napoleone in Italia del 1798, allorquando l'abbazia ne subì il saccheggio.
Nel 1841 la commenda venne soppressa.
Nel 1861, con l'Unità d'Italia, l'intero monastero e le sue proprietà vennero confiscate da parte dello Regna d'Italia e la piccola comunità monastica sopravvisssuta fino allora si disperse in altri monasteri.
Nel 1919 i Benedettini della Congregazione Cassinese ricostituirono la comunità monastica trasferendovi alcuni monaci provenienti dell'abbazia di San Paolo fuori le mura a Roma, comunità che tuttora gestisce l'abbazia, che dal 1861 è di proprietà del Stato Italiano.
Molti sono i Papi che sono stati anche Priori di Farfa
Dopo tanti Papi chiudiamo con un Santo dal piede con sei dita e con un libro in latino aperto alla pagina ...
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